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Decreto Romani: salvi blog e Internet, Sky limitato e Youtube?

Il Decreto Romani è stato approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri e risulta attivo dal 1 Marzo 2010. In questo articolo cerchiamo di capire cosa c’è che và e cosa no nel Decreto di recepimento della Direttiva 2007/65/CE. Grazie alle proteste, non è passata la volontà di imbavagliare i blog e lo streaming, gli spazi pubblicitari di Sky vengono limitati e Youtube al momento rimane in un limbo. Andiamo con ordine.

Innanzitutto, le realtà Internet e le dirette TV via streaming non sono state considerate come entità chiaramente distinte, e i soggetti operanti nella grande Rete che risultano esenti da autorizzazioni e obblighi vengono indicati solo per esclusione. Chi invece diffonde online veri e propri palinsesti, ottenendo dalle immagini un ritorno economico (live streaming, web-tv ufficiali e IPTV) si dovrà uniformare alle regole UE sull’Audiovisivo.

Per quanto riguarda i servizi di video on-demand a scopo commerciale, sarà necessario presentare una dichiarazione di inizio attività all’AgGom. Se da un lato l’autorizzazione non comporta (come temuto) una valutazione preventiva sui contenuti diffusi, resta irrisolta la questione della responsabilità editoriale dei service provider (ISP).

Non viene chiarita del tutto chiarita tuttavia la posizione dei portali commerciali e dei Social Network come ad esempio Youtube, che è raccoglitore di video con evidenti guadagni derivati dalla raccolta pubblicitaria. In questo caso, tutto dipenderà dalla interpretazione del decreto.

Il decreto conferma quanto già accennato, ossia la riduzione del tetto orario delle pubblicità per le pay-tv (Sky), che entro tre anni dovrà diminuire dal 18% al 12%, e l’obbligo di programmazione di “prodotti italiani” ed europei per tutti gli operatori, pay-tv compresa. Quest’ultimo punto prevede una programmazione obbligatoria del 20% per la Rai e del 10% per le altre tv. Romani inoltre si fa promotore della tutela dei più piccoli, oltre che con il “click sicuro” , promosso giorni addietro dal vice Ministro, anche con la conferma del divieto di trasmettere film vietati ai minori di 18 anni e programmi per soli adulti nella fascia oraria che va dalle 7 alle 23, su tutte le piattaforme.

Per quanto concerne la lotta alla Pirateria, resta inoltre poco chiara la definizione del ruolo riservato allìAgCom, che diverrà controllore dei contenuti della Rete, al fine di stabilire limiti e divieti inerenti l’utilizzo dei contenuti coperti da diritti d’autore e la sospensione di programmi ritenuti non idonei ai minorenni.

Un decreto che quindi sembra affidarsi molto al buon senso dell’AgCom stessa e dei giudici che prenderenno il testo tra le loro mani. Spazio a filtri e oscuramenti? La norma, di fatto, lascia ampio spazio anche a interpetazioni di questo tipo.

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