Il Decreto Romani è stato approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri e risulta attivo dal 1 Marzo 2010. In questo articolo cerchiamo di capire cosa c’è che và e cosa no nel Decreto di recepimento della Direttiva 2007/65/CE. Grazie alle proteste, non è passata la volontà di imbavagliare i blog e lo streaming, gli spazi pubblicitari di Sky vengono limitati e Youtube al momento rimane in un limbo. Andiamo con ordine.
Innanzitutto, le realtà Internet e le dirette TV via streaming non sono state considerate come entità chiaramente distinte, e i soggetti operanti nella grande Rete che risultano esenti da autorizzazioni e obblighi vengono indicati solo per esclusione. Chi invece diffonde online veri e propri palinsesti, ottenendo dalle immagini un ritorno economico (live streaming, web-tv ufficiali e IPTV) si dovrà uniformare alle regole UE sull’Audiovisivo.
Per quanto riguarda i servizi di video on-demand a scopo commerciale, sarà necessario presentare una dichiarazione di inizio attività all’AgGom. Se da un lato l’autorizzazione non comporta (come temuto) una valutazione preventiva sui contenuti diffusi, resta irrisolta la questione della responsabilità editoriale dei service provider (ISP).